Certo che la science-fiction degli anni ’50, vedi post precedente, era un bel po’ più naif delle macchinazioni oltre i limiti del regolamento di quella del decennio successivo. A parte i Mostri Sacri superstiti, quali Fred Brown, Tony Boucher, Van Voght e tutta la fanteria degli omini verdi con le antenne, i supercapolavori del genere, l’avvento della cosiddetta “New Thing” o “Speculative s.f.” era ancora in embrione…La società statica e conformista per definizione degli U.S.A. sotto i 2 mandati Eisenhower, stava per essere spazzata via da una generazione decisa a dire no a tutto quanto puzzava di “Yessir”. Il sorridente dottor Asimov e il mitico Brian Wilson avevano il loro bel daffare a spiegare che il robot sarebbe stato dominato e il party continuava…
Nelle radioline a transistor la voce di un ragazzo di 20 anni parlava ad altri ragazzi seduti nel parco davanti al monumento di Jefferson, ai ragazzi seduti sulle scale del Sacro Cuore, a quelli sui gradini di Trinità dei Monti e diceva loro che i tempi erano cambiati. E quelli non se lo fecero dire due volte.
La ruota della società, ferma dai tempi della rivoluzione francese - nonostante le 2 guerre mondiali che non cambiarono se non apparentemente gli equilibri -ricominciava a girare quasi di colpo.
E se nel sentire comune ciò significò: “Wow, adesso è uno sballo”, al livello psico-pedagogico si aprì da un giorno all’altro la botola dell’Inner space, luogo pericolossissimo, sprangato a cento mandate dalla chiesa prima (nella notte dei tempi), dal controllo sociale poi e buon ultimo l’alcolizzatissimo senatore J. McCarthy.
Ora, cosa succede se apriamo questa botola? Succede che l’establishment va sotto processo, quel che abbiamo visto successe nell’epoca sixties (in special modo nella prima parte, non certo nei 60 del "commissariamento Nixoniano"). Non a caso definita da R.Reagan, già nella campagna presidenziale del 1980, la madre di tutti gli abominii…
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