lunedì, maggio 01, 2006
Era sempre serio, con la faccia di chi ha altro a cui pensare. Ai box era inavvicinabile, passava in un lampo tra i fotografi e i fans, e tutti gridavano il suo nome ma lui sembrava quasi quasi un po' incazzato. Poi saliva sulla sua macchina e ci bastonava a ogni gara, su tutte le piste del mondo, e noi lo guardavamo vincere e quasi non ci importava che gli anni passavano e il cavallino rampante era diventato un ronzino, perchè c'era lui. Dicevi "Tò, che miracolo, ha vinto ancora", ma dentro di te sapevi che era giusto e sacrosanto così. E quando scendeva dalla macchina per andare sul podio tutti i meccanici e gli ingegneri lo guardavano con rispetto e ammirazione. E la folla impazziva, in Brasile come in Australia, in Germania come in Italia.
Sono già passati 12 anni da quel maledetto pomeriggio di Imola.
Uno come Ayrton non ci sarà mai più.
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