E' la sera del 29 giugno 1958. Al Raasunda Stadium di Stoccolma il Brasile ha appena battuto per 5-2 i padroni di casa, la fortissima Svezia di Hamrin e Liedhohlm. Pelè è ancora un ragazzino, 17 anni, ed è in lacrime per la grande emozione, come tutti i suoi compagni.Meno uno, che si avvicina al capitano e chiede cosa è successo. Quando tutti gli dicono che il Brasile ha appena conquistato la prima coppa del mondo della sua storia lui replica "ma la partita di ritorno quando la giochiamo?" In queste 2 parole c'è tutto Manuel Francisco dos Santos detto Garrincha, la più geniale, fantasiosa, incredibile e commovente ala di tutti i tempi.
Garrincha stava per "passerotto", sopprannome che inquadrava bene sia il suo zampettare qua e là per il campo di gioco, sia la sua personale visione della vita e del calcio, allegra, spontanea e leggera.Nasce il 28 ottobre 1933 a Pau Grande (Rio de Janeiro), e quando è ancora un bambino si ammala di poliomielite. Deve subire un'operazione chirurgica che, a detta dei medici, lo lascerà irreparabilmente invalido. Il ragazzo non potrà mai correre nè camminare correttamente, la gamba destra è visibilmente più corta e storta:Invece il ragazzo si mette a giocare a calcio e alla faccia di tutti sfonda, prima nel suo Botafogo, in seguito nella Seleçao (2 mondiali vinti con la maglia verde oro) , diventando l'incontrastato genio del dribbling. Aveva una tiro di potenza incredibile, sia in corsa che da fermo, faceva lanci di 60 metri o passaggi nell'area avversaria ingombra di uomini con la stessa spietata precisione. Ed era il prototipo del funambolo con il pallone tra i piedi, tanto che il suo doppio passo e le discese sulle fasce (tutte e due) sono diventate leggenda.Ma aveva le sue ombre, Garrincha. La più pericolosa delle quali fu l'amicizia con la bottiglia.Era un personaggio scostante a volte, sempre apolitico. Prendere uno a caso, Pelè, e determinare il contrario. Si ottiene proprio lui, il Passerotto. E se Pelè rappresentava quello che ogni brasiliano di colore voleva essere (integrato, ricco e famoso, rispettato), Garrincha rappresentava ciò che era in realtà. In Brasile circola ancora una storiella: se ad un vecchio si parla di Pelè, quello si toglierà il cappello. Se invece gli si parla di Garrincha, il vecchio si metterà a piangere.Di ritorno dalla spedizione in Svezia con la Coppa Rimet, la Seleçao venne ricevuta dal Governatore dello stato di Rio, che la radunò nello stadio dove i giocatori vennero celebrati come eroi nazionali. Qui Garrincha vide una colomba chiusa in una gabbietta. Al termine della cerimonia il governatore, stringendo le mani a tutti i giocatori, annunciò come premio una villetta sulla spiaggia ad ogni calciatore. Quando arrivò da Garrincha quest'ultimo gli disse che a lui la villetta non interessava. E quando gli fu chiesto cosa desiderasse, lui guardò la colomba e ne chiese la liberazione...Nel 1973, ancora in attività, ebbe un terribile incidente d'auto.Il suo rendimento era già in forte calo e Garrincha si ritira.Muore dimenticato, alcolizzato ed in estrema povertà nel 1983, a soli 49 anni.
3 commenti:
Mito assoluto.
Alla faccia dei giocatori di oggi (sarà anche una banalità ma.....)
...ma anche a me era venuto subito di pensare così...
pibio
yeah, i brasiliani comuni pensano tutti che fosse nettamente migliore di Pelè, me l'ha detto un brasiliano
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