Speriamo in un nuovo anno con più cazzate ancora, ma qualche tribulazione di meno.
Quindi ci salutiamo qui e buon 2007 a tutti.
cioè, mica robetta...
precisamente sono già state stravolte "whitin you without you", "getting better" e "Sgt Pepper L.H.C.B."
per ragguagli, incoraggiamenti, minacce ed intimidazioni:
www.sgtpepperstribute.splinder.com
www.myspace.com/sgtpepperstributeitaly
e che Dio (con un piccolo aiuto di John e George) ce la mandi buona.
Grazie ragazzi per essere stati dei nostri!
Ad Aosta domani inizia il Mondiale. Ecco un bell'articolo a riguardo.
P.S.
Non è vero che valgono, i ganci non valgono mai.
retrophobic.com, questa settimana con interviews a Black Hollis e a John Mills (Shinding Magazine). Cosa state aspettando, andate subito a leggere!
Questa foto poi (come quella sopra da repubblica.it) è davvero bellissima.
Face the future.
Inizia questa sera, per proseguire ogni giovedì dai 105 di Radio Inn Piacenza dalle 21 alle 23 : "La musica del diavolo" conduce Tony Face.
Nel menù di stasera: Robert Johnson, Aretha Franklin, Ikettes, Gil Scott Heron, Bellrays, Black Keys, Who, Bob Dylan, Tom Waits, Willy De Ville, Raconteurs, Jet, Wolfmother, J.Cash, Andre Williams, Kaiser Chiefs, White Stripes & many more.
Infine, un messaggio in codice per i tipi più loschi all'ascolto: vi ricordate che casotto che stavamo combinando, con gli sbirri come co-starring, precisamente 7 anni fa oggi?
Troppo rock&roll...
Tutta l'estate (ma proprio tutta!) senza mai aggiornare il blog...poi quando ritornano è per far sapere che il loro debut album uscirà per la californiana Shelflife, proprio la label dei Radio Dept. e dei Maybellines. Gente di poche parole e molti fatti, i Warm Morning sono fatti così...W i Warm Morning!
Tra l'altro il Simo è anche il tempo-scientist#5 e Andrea (l'altro W.M.) suona l'armonica su "Operation: Coroner" uno dei pezzi (se non IL pezzo) più gustoso dell'album Temponauts in dirittura d'arrivo.macchina Enigma
"Turing fu un uomo piuttosto colorito. Ebbe una passione per esperimenti ed invenzioni fin dall'infanzia (che prefiguravano un interesse per aspetti applicativi della scienza), e per la bicicletta e la corsa dall'adolescenza fino alla morte (che mostrano un interesse per l'attività fisica oltre che intellettuale, contrario alla cesura fra 'atleti' ed 'esteti' allora d'obbligo nella vita universitaria, e che sarà all'origine dei suoi guai). Il suo aspetto era trasandato, con la barba sempre lunga e le unghie sporche. Fu infantile (ad esempio, si fece regalare un orsacchiotto di pezza per Natale, a ventidue anni) e antiaccademico (il che fu una delle cause per le sue ripetute difficoltà nell'avere un lavoro universitario: era ancora assistente a trentasei anni). Canticchiava per giorni l'incantesimo della strega malvagia di Biancaneve (sulla mela velenosa), quindici anni prima di scegliere tale metodo per suicidarsi. Seppellì lingotti d'argento durante la guerra in modo così sicuro da non riuscire a ritrovarli dopo la fine. Non sopportava gli sciocchi, ed abbandonava le conversazioni vuote e le compagnie idiote repentinamente, e senza una parola di commiato. Imparò a fare la maglia da una ragazza che aveva deciso di sposare, nonostante la propria omosessualità. Andava in bicicletta con la maschera antigas durante il periodo dell'impollinazione, per evitare la febbre da fieno, o avvolto in tela cerata gialla durante la stagione delle piogge. Legava la tazza da tè al termosifone con un lucchetto, per evitare che gli fosse rubata. Portava la giacca del pigiama al posto della camicia, e pretendeva di poter lavorare quando si sentiva (in particolare, di notte e fuori dell'orario di ufficio), anche sotto regime militare. Gettava nel cestino le lettere della madre senza leggerle, dicendo che ella stava certamente benissimo. Faceva calcoli, anche durante le conferenze pubbliche, con numeri in base 32 scritti all'indietro (come si dovevano inserire nel computer). Giocava a tennis nudo sotto un impermeabile, e non disdegnò di discutere con un bambino se Dio avrebbe preso il raffreddore se si fosse seduto sulla nuda terra." (1)
Cazzate a parte questo geniale fisico-matematico trovò il tempo per porsi in termini moderni la questione deel'intelligenza artificiale: le macchine pensanti.
"Possono pensare le macchine? Risposta: certo, non solo le macchine potranno pensare, ma questa domanda apparirà bizzarra nel giro di appena cinquant’anni. Cinquant’anni adesso sono passati e tutto sommata la domanda ci appare ancora bizzarra, il che però non rende meno importanti le sue argomentazioni. Per Turing pensare non implica stati di coscienza, ma solo la capacità di agire come un essere umano. Non dobbiamo chiederci cosa c’è “dentro” chi agisce. Se il comportamento esterno è “indistinguibile” non abbiamo diritto di discriminare tra uomini e macchine. Per Turing un calcolatore in grado di rispondere a domande di un essere umano senza far scoprire all’interlocutore la sua natura di macchina può essere definito “intelligente”. Propone a questo proposito un test poi divenuto molto celebre proprio come “test di Turing”. Immaginiamo di conversare (via telescrivente nel 1950, facendo chat oggi) con alcuni interlocutori remoti: alcuni sono esseri umani, altri macchine appositamente programmate. Noi non sappiamo chi c’è dall’altra parte, persona o macchina che sia. Se la conversazione procede per un tempo abbastanza lungo, su argomenti disparati, con una certa fluidità e in modo che non ci sia possibile stabilire chi fra gli interlocutori è umano e chi no, diremo che anche le macchine “pensano”, sono cioè in grado di “comprendere” il linguaggio. Secondo Turing la ripugnanza che proviamo ad ammettere una cosa del genere deriva da un pregiudizio, da una mancanza di abitudine. Se “vediamo” la macchina non le attribuiamo la capacità di comprendere, mentre se operiamo “al buio” i nostri pregiudizi non si attivano. Pregiudizi che operano anche nel senso opposto: diamo per scontato che le persone “comprendano” quanto viene loro detto solo perché ci “assomigliano”. Se le sottoponessimo al test, molte di loro non lo superebbero, sostiene Turing con una punta di aristocratica superiorità intellettuale.
In ultima analisi – a suo parere - non abbiamo nessuna prova che gli esseri umani possiedano stati mentali. Perché dobbiamo essere più severi con le macchine che con gli uomini? Nella vita di tutti i giorni non solo non abbiamo le prove che gli altri hanno degli stati mentali, ma a volte ci sembra addirittura di avere le prove del contrario, cioè che non li abbiano. Alla fine magari ci adattiamo alla “educata convenzione che tutti pensino”, ma per l’appunto si tratta di un atto più da galateo che di un vero e proprio riconoscimento dell’altro." (2)
Il test
Quella a cui fa capo la concezione di Intelligenza artificiale per Turing è la cosiddetta tesi operazionale: si considera intelligente una macchina se "produce" comportamenti "intelligenti", qualsiasi sia il metodo che impiega. Una macchina si definisce intelligente se riesce a emulare i comportamenti umani. Non importa come faccia, l’importante è che dall’esterno i suoi comportamenti possano essere giudicati intelligenti. Il problema è trattato nell’ormai storico articolo del 1950 Computing machinery and intelligence, Se quindi una macchina riesce a ingannare un'osservatore umano che interagisce con essa tramite un terminale allora di questa macchina possiamo dire che è realmente intelligente. E' questo il famoso test.
(1) - http://www.vialattea.net/odifreddi/bio/turing.htm
(2)-http://www.paoline.it/content/article.asp?intIdArea=2&intIdCategory=23&intIdArticle=1102&
Nei prossimi post pubblicherò la traccia del test di Turing, al quale vi sottoporrò tutti. Infatti inizio ad avere la fastidiosa sensazione che alcuni di voi siano dei fottuti replicanti...
Già nei suoi "Notturni", quasi 50 anni prima, il tema era stato sfiorato da ETA Hoffman, ma qui i riferimenti sono lucidi, il canovaccio è sicuro su uno dei campi (minati) di idee più vasto di sempre: la creazione.Quindi ben prima della disperazione senza fine (e con un inizio fasullo di memorie innestate) di Rachel, l'androide che in Blade Runner scopre con indicibile orrore di essere tale, de Villiers si pone la questione base della letteratura moderna: autocoscienza, uso e manutenzione.
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Probabilmente nè L'Eva di Villiers, nè la ragazza automatica di Hoffman, nè tantomeno il Golem o la Creatura del Dott. Frankenstein, (i due capostipiti, assieme al pupazzo Pinocchio, di tutti i replicanti) supererebbero mai il test di Turing, peraltro non facilmente aggirabile neppure dai super perfezionati Nexus 6, ma la serie di interrogativi con il quale l'uomo guarda il suo contrario (perchè di questo si tratta - il contrario dell'uomo - che non è l'animale nè il vegetale, ma l'oggetto, il Robot) da lui stesso realizzato, è qualcosa di imponderabilmente più misera del feedback di quest'ultimo nei confronti dell'uomo.
Il cogito ergo sum è valido anche per le forme di vita non a base carbonica? E, proseguendo il ragionamento, verrà il giorno in cui un silicato proietterà la sua ipostasi su di noi, venendoci a rompere i coglioni con domande quali: "perchè siamo stati creati, da proveniamo/dove andiamo, perchè non riesco a comprendere l'infinito?".
Nel particolare contesto umano maschio-androide femmina, quasi sempre assistiamo al tentativo del primo di infiocchettare la seconda. Sintomatica a questo punto diventa l'equazione Dio-donna, umano maschio-androide femmina. In altre parole, nel Nuovo Testamento accade forse qualcosa di diverso?
Autocoscienza quindi, delirio di creazione + varie ed eventuali ci accompagnano da secoli in letteratura. La novità della nostra epoca, in chiave letteraria, sta però purtroppo nel superamento della realtà da parte del modello - l'iperrealtà, in cui la realtà non è più tale, ma in pratica diventa alibi per il modello stesso. Il fantasma nella macchina è stato scovato, messo in un ciclotrone e bombardato di elettroni. Si è scoperto che non è fatto di antimateria, è carbon-base e pesa circa 30 grammi. E, detto questo, l'epopea dell'uomo come Figlio è terminata. A questo punto la scelta è tra il Padre e lo Spirito Santo...
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Sempre chiacchieroni gli astronauti. Sarà l'incredibile emozione del volo spaziale, sarà lo stress e l'euforia di essere in un'astronave, ma qualche fuori programma ha sempre caratterizzato le missioni lassù.
Durante il primo volo spaziale a Gagarin sfuggirono citazioni di interi passi dei vietatissimi Cosmisti (setta nata in Russia sul finire dell'800, che si riproponeva il raggiungimento dell'immortalità, con annessa la resurrezione dei corpi dei defunti e il trasferimento [o meglio il ritorno ] su altri mondi e pianeti, tra cui quello natale dell'uomo), con grave imbarazzo dei vertici del PCUS (a loro volta adepti del culto, a partire proprio dall'Uomo d'Acciaio - tanto per spiegare le dimensioni che il fenomeno aveva raggiunto).
E che dire della concitata descrizione in diretta del Qualcosa di "luminosissimo e meraviglioso" avvistato da Aldrin e Armstrong durante il leggendario volo dell'Apollo 11? (Tutto naturalmente censurato e misteriosamente fatto sparire da Houston - "radiazioni anomale dello spettro solare", diranno dalla Nasa anni dopo. "Si, come no...", risponderanno gli scettici, per sempre).
E ora il buon Williams cade anche lui nell'astro-gossip. Ma non sarà una trovata pubblicitaria per riaccendere un (radio)faro sull'esplorazione spaziale? Infatti stavolta, al momento dell'annuncio della missione del 2018 (euro-russa-americana, con obbiettivo finale nientemeno che MARTE!) solo gli "addetti ai lavori" e i cazzoni tipo me si sono agitati non poco. La verità è che all'opinione pubblica dei viaggi spaziali ormai non frega più un cazzo.
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Walt Disney con Werner Von Braun - 1954. quando decisamente erano altri tempi.
edizoni VOLAND
Invece l'ha scritto uno psichiatra portoghese.
7 capitoli:
Mica male è?
Dalla prefazione:
"Come il prof. Josè Luis Piu Abreu anche Rosenhan credeva che non siamo in grado di distinguere chiaramente un pazzo da una persona sana e, all'inizio degli anni '70, decise di studiare la questione mediante un discusso esperimento. Introdusse segretamente 8 falsi pazienti in diversi ospedali psichiatrici. Questi falsi pazienti, che non esibivano alcuna anamnesi psichiatrica, si presentavano al colloquio per il ricovero lamentando di sentire voci deboli e basse. A parte questa vaga sintomatologia, per il resto fornivano dati veritieri sulleloro vite. Allo stesso modo, subito dopo il ricovero, tutti i partecipanti smisero di simulare qualunque tipo di sintomo. A sette di loro fu diagnosticata una forma di schizofrenia e all'ottavo una psicosi maniaco-depressiva, ricevendo ciascuno la terapia conforme e restando ricoverati per un periodo variabile tra i 7 e i 52 giorni.
Ancora più curioso è stato uno studio successivo voluto dagli specialisti di un altro ospedale psichiatrico, i quali, venuti a conoscenza dei risultati della precedente ricerca, dubitavano che potesse ripetersi anche all'interno del loro istituto. Per questo motivo chiesero a un'equipe di ricercatori di mandare, nel corso dei 3 mesi successivi, un certo numero di falsi pazienti al loro ospedale. Dei 193 pazienti esaminati, 41 furono riconosciti come falsi pazientida almeno un membro dello staff, 23 furono riconosciti come tali da da almeno uno psichiatra, e 14 lo furono da almeno uno psichiatra e un membro dello staff. Il punto è che nessun falso paziente era statointrodotto dai ricercatori."
L'ho preso in prestito da una amica psicologa, ma dovrebbe essere di facile reperibilità. Uno sguardo alla malattia ed uno agli incredibili errori della pratica psichiatrica.
"Se avete le prove che Elvis Presley sia ancora vivo potreste aggiudicarvi i 3 milioni di dollari offerti dal sito www.elviswanted.com. L'iniziativa è di Adam Muskiewicz, scrittore, attore e regista Usa, che intende così pubblicizzare un documentario che esplora la leggenda secondo la quale Elvis non è morto il 16 agosto 1977. Se invece siete tra i fan convinti che il 'King' non sia più tra noi allora potrebbe interessarvi l'Elvis detector, che vi avvisa se il suo spirito è nei dintorni."